Autismo: perché strutturare l’ambiente?

Autismo: perché strutturare l’ambiente? Il disturbo dello spettro autistico porta i bambini che ne sono affetti ad assumere molti comportamenti bizzarri, che rendono particolarmente difficile l’inserimento scolastico e non facilitano l’insegnamento. Molte di queste bizzarrie derivano anche da un problema di percezione del mondo che ci circonda.
Questo perché in un mondo caotico che non riesce a decifrare ed a capire, il bambino autistico si sente molto confuso e spaesato, risultando perciò bloccato. Nella pianificazione del processo educativo di questi bambini risulta quindi molto importante ridurre il disordine e trovare il modo opportuno di presentare gli stimoli.

Una corretta strutturazione di tempi e spazi, una graduale preparazione del bambino autistico ed una strategia di comunicazione efficacemente strutturata consentiranno infine di educarlo anche alla gestione degli imprevisti.

Cosa significa strutturare?

Strutturare significa organizzare in modo preciso e dettagliato le attività ed i materiali da proporre, gli spazi di lavoro ed i tempi di esecuzione e riposo.

Autismo: Perché strutturare l’ambiente?

Il fine della strutturazione deve essere quello di rendere chiaro, evidente e quindi comprensibile ciò che chiedo al bambino. Il metodo di lavoro basato sulla strutturazione permette di limitare i comportamenti problematici, che spesso derivano dall’ansia di non sapere cosa fare, come e quando farlo. Con la strutturazione si vuole cercare di superare le limitazioni comunicative e sensoriali dei bambini autistici.

Che requisiti deve avere la strutturazione?

Per impostare al meglio il lavoro educativo con il bambino autistico, la strutturazione deve rispondere a questi requisiti : visibilità, chiarezza, essenzialità, concretezza, comprensibilità, prevedibilità, ma non rigidità. La strutturazione deve essere flessibile, cioè deve essere costruita in funzione dei bisogni e del livello di sviluppo del
singolo soggetto, e deve essere idonea ad essere modificata in ogni momento.
Inoltre è bene sempre ricordare che la strutturazione NON deve mai essere fine a se stessa, ma deve sempre rappresentare solo un mezzo per aiutare una persona che si trova in difficoltà a causa della propria impossibilità a comunicare. Ricordiamo infatti che alla base del disturbo autistico ci sono un deficit di comunicazione e una cecità sociale, che si traducono in mancanza di intuizione e in una generalizzata difficoltà nell’interazione sociale.

Cosa dobbiamo strutturare?

In primo luogo dobbiamo adattare opportunatamente l’ambiente in considerazione delle caratteristiche specifiche del singolo soggetto autistico, per favorire la sua abilità di apprendimento.

E’ importante che a casa l’ambiente sia in primo luogo pulito dal punto di vista sensoriale, l’ambiente deve essere ordinato, silenzioso e privo di ogni inutile fonte di distrazione. In particolare, fondamentale non avere troppi stimoli in giro per casa (giochi, oggetti, interessi del bambino), ma “pulire” l’ambiente, cercando di avere tutti i giochi in scatole trasparenti, in modo che siano visibili per il bambino, ma non accessibili, oppure in mensole in alto, cosi che il bambino debba necessariamente chiedere per avere ciò che desidera.

La strutturazione dello spazio dell´alunno con autismo ha quindi il fine di:
– Fornire al bambino le informazioni essenziali;

– Semplificare l´ambiente percettivo;

– Evitare le distrazioni;

– Aiutare a “contenersi” dando all´alunno limiti chiari;

– Aiutare il bambino a fare richieste perché non è tutto a sua disposizione.

Autismo: strutturare l’ambiente per rendere la terapia più funzionale!

E’ opportuno che il bambino venga accolto da un ambiente semplice e prevedibile, fruibile e chiaro: è fondamentale
fare in modo che siano presenti sul tavolo di lavoro solo i materiali necessari allo svolgimento delle attività ed eventuali supporti visivi per la comunicazione: la presenza di ogni altro oggetto non necessario confonde, distrae e riduce l’attenzione del bambino. È anche doveroso essere puliti nel fornire aiuto gestuale, cioè usare solo gesti molto significativi.

Durante la terapia è anche necessario che l’ambiente sia ordinato e non distraente, perciò è importante sistemare sempre i giochi già utilizzati, non lasciarli a disposizione del bambino, in modo che al bambino sia chiara la situazione e ciò che gli stiamo chiedendo.

E’ molto usuale utilizzare parole scritte, contrassegni e immagini. È opportuno che tutti gli spazi siano chiari e
visivamente delimitati. Ciò permette al bambino di sapere con precisione ciò che ci si aspetta da lui in ogni luogo. È necessario inoltre che ogni spazio sia dedicato esclusivamente ad una singola e specifica attività. Il bambino si orienta da solo e raggiunge presto una autonomia di movimento. In tal modo, vengono sfruttati al massimo i punti di forza del soggetto autistico: buone abilità visive e ottima memoria associativa.

Nello studio di Punto Psicologico Autismo Bergamo troverai un ambiente pulito, organizzato, sempre pulito, con postazioni chiare, giochi di ogni tipo e oggetti stimolanti per il tuo bambino.