ABA: non si addestra, si insegna!
ABA: non si addestra, ma si insegna! Le critiche che vengono poste all’ABA sono all’ordine del giorno:
- “L’ABA è un falso insegnamento: i bambini ripropongono degli schemi meccanicamente e senza ragionamento.”
- “I bambini vengono addestrati come cani, dietro ricompensa del biscotto.”
- “L’ABA crea degli apprendimenti innaturali finendo per trasformare i bambini in robot.”
- “È una tortura per i bambini, che si ritrovano in una situazione di apprendimento intensiva e che continua per tutta la giornata.”
L’ABA è una scienza, non un addestramento!
Spesso i familiari dei bambini con disturbo dello spettro autistico si chiedono come potersi rapportare con lui. La risposta è : “come vi rapportereste con un bambino senza le sue difficoltà”. Questo perché il lavoro svolto con il bambino ha come obiettivo la modifica del comportamento, intesa come miglioramento delle aree in cui ha difficoltà e come decremento di quelle disfunzionali e problematiche, in relazione al suo ambiente naturale.
Se si cambiasse solo l’ambiente in base alle sue difficoltà, non si potrebbe parlare di una reale integrazione e libertà d’espressione, in quanto creeremo una dipendenza da una campana di vetro.
In altre parole, è fondamentale che il bambino impari a vivere e a rapportarsi con gli altri, adulti e non, ed è un suo diritto avere qualcuno qualificato che possa tener conto delle sue difficoltà e aiutarlo a crescere sereno nella sua comunità.
Un addestramento meccanico e ripetitivo non serve a nessuno, principalmente al bambino
Questo va contro all’idea comune e del tutto errata che l’ABA per bambini con autismo sia solo “un addestramento che crea robottini”.
Un addestramento meccanico e ripetitivo non serve a nessuno, principalmente al bambino. La strada seguita da ogni analista del comportamento è quella di insegnare al bambino con autismo ad imparare dall’ambiente, come ogni altro bambino senza difficoltà e con soddisfazione.
ABA: perchè qualcuno dice che addestra?
L’ABA parte dalla motivazione del bambino per produrre il cambiamento comportamentale o cognitivo: ne deriva che a seguito di un apprendimento o un esercizio o un comportamento corretto il bimbo viene premiato. In cosa consiste il premio? qualsiasi cosa che il bambino desideri.
Il premio, a volte, diventa necessario per i bambini nello spettro autistico proprio perché, a causa delle proprie difficoltà relazionali, alcuni non accettano di impegnarsi per un “bravo” del quale non comprendono il valore sociale, mentre lo faranno per qualcosa che desiderano e che li gratifica.
Ma se ci pensi bene, non è quello che facciamo alla base di ogni azione anche noi?
Andiamo a lavorare per lo stipendio a fine mese, studiamo per un bel voto, ci alleniamo per vincere una gara, prepariamo un dolce per sentirci dire che è buono… cosa c’è di così riprovevole?
ABA: NON SI ADDESTRA MA SI INSEGNA! ADESSO E’ CHIARO A TUTTI!
In conclusione, se questo breve articolo vi è sembrato interessante, l’invito è ad essere curiosi e ad informarvi su cosa sia veramente l’ABA per l’autismo magari leggendo qualche libro o seguendo qualche seminario, o venendo nel nostro centro Punto Psicologico Autismo Bergamo per un colloquio informativo.
Ivar Loovas diceva: “Se il bambino non impara nel modo in cui stiamo insegnando, dobbiamo trovare un modo migliore per insegnare”. Questo è ancora oggi il principio ispiratore degli analisti del comportamento.